Come diventare insegnante di scuola elementare: percorsi e requisiti
Chi vuole lavorare con i bambini e seguirli nel loro percorso di crescita e apprendimento può considerare l’idea di insegnare alla scuola primaria. Oltre a dover avere delle precise competenze, che vanno dalla pazienza alla capacità di ascolto, gli aspiranti insegnanti devono avere degli specifici requisiti e seguire il percorso formativo richiesto per legge.
In questa guida abbiamo raccolto tutte le informazioni utili e vedremo sia qual è la laurea per insegnare alle elementari sia quali sono i possibili percorsi da intraprendere per salire in cattedra.
Come diventare insegnante nella scuola primaria
Per diventare maestro nella scuola primaria si possono intraprendere sostanzialmente tre strade diverse. In particolare, si può diventare:
Insegnanti di ruolo, acquisendo il titolo richiesto per l’accesso al concorso e superando le prove concorsuali;
Supplenti, coprendo le cattedre scoperte per un periodo di tempo limitato;
Insegnanti di sostegno, lavorando nelle classi in cui ci sono alunni con bisogni educativi speciali.
Quali sono i requisiti per diventare insegnanti alle elementari
Le regole da seguire variano a seconda del percorso scelto, così come variano i requisiti da rispettare. In linea generale, serve una laurea per insegnare alle elementari e bisogna affrontare diversi step prima di poter entrare in aula.
Come diventare insegnante di ruolo nella scuola primaria
Per diventare insegnante di ruolo è necessario essere in possesso di una laurea abilitante all’insegnamento e aver superato il concorso nazionale bandito dal MIUR. Per le scuole primarie l’unico titolo di studio abilitante è la laurea in Scienze della Formazione Primaria (LM 85-bis), un corso magistrale a ciclo unico.
Può partecipare al concorso anche chi è in possesso di una laurea del vecchio ordinamento in Scienze della Formazione, chi ha conseguito il diploma magistrale prima dell’anno scolastico 2001-2002 e chi ha un titolo rilasciato all’estero considerato equivalente.
Tutti questi titoli consentono l’accesso al concorso per insegnare alle elementari. Il concorso prevede il superamento di un’eventuale prova preselettiva ed è strutturato in una prova scritta e in una orale. Durante la prova scritta gli aspiranti maestri dovranno rispondere a:
40 domande relative a questioni disciplinari e legate all’insegnamento
5 domande di lingua inglese
5 quesiti su argomenti legati alle tecnologie digitali.
La prova orale, invece, ha una durata di circa 30 minuti e serve a verificare la capacità dei candidati di progettare le attività didattiche.
Una volta superato il concorso, bisogna affrontare il periodo di prova. Si tratta di un periodo della durata di un anno volto a valutare le effettive competenze degli insegnanti. Durante il primo anno di insegnamento, i docenti dovranno frequentare laboratori e corsi di formazione e superare una prova finale.
Dall’anno scolastico 2022/2023 è stato introdotto anche il concorso per insegnanti di educazione motoria nella scuola primaria. Possono partecipare al concorso e insegnare alle elementari le persone in possesso di una laurea nelle classi LM-67 “Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate”, LM-68 “Scienze e tecniche dello sport” o LM-47 “Organizzazione e gestione dei servizi per lo sport e le attività motorie”. Naturalmente, anche le lauree telematiche permettono di partecipare al concorso. Chi desidera insegnare educazione motoria alle elementari può frequentare il corso magistrale in Management dello Sport e delle Attività Motorie dell’Università Telematica Pegaso.
Come diventare insegnanti supplenti
Quella delle supplenze è un’ottima strada da intraprendere per chi vuole diventare maestro o maestra e spesso è la via più veloce per approdare all’insegnamento alle scuole elementari.
Si può essere chiamati come supplenti per incarichi di breve durata (inferiori all’anno) sia se si è in possesso del titolo abilitante all’insegnamento sia se si ha un titolo di studio diverso. Rientrano nel primo caso, ad esempio, i laureati in Scienze della Formazione Primaria che sono in attesa del bando di concorso. Chi non ha un titolo abilitante al concorso può diventare supplente alle elementari ricorrendo alla messa a disposizione. Sostanzialmente, si invia alla scuola una candidatura spontanea che i dirigenti scolastici potranno prendere in considerazione in caso di carenze di insegnanti. Tramite questa possibilità si può insegnare anche con una laurea triennale o con un titolo diverso rispetto a quello in Scienze della Formazione Primaria.
Come diventare insegnante di sostegno alle elementari
Per poter insegnare alle elementari c’è una terza via ed è quella del sostegno. Anche in questo caso, i percorsi da seguire sono diversi a seconda che si ambisca al ruolo oppure no.
Per diventare maestro o maestra di sostegno di ruolo è necessario avere la laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria (o un titolo equivalente), aver frequentato il TFA Sostegno e aver superato il concorso.
Si possono svolgere supplenze di breve termine come insegnanti di sostegno, invece, se si ha l’abilitazione al sostegno ma non si è superato il concorso oppure presentando la candidatura spontanea alla scuola tramite la MAD Sostegno.
Consigli utili per chi vuole diventare maestra o maestro
Per diventare maestro o maestra e insegnare nelle scuole elementari le possibilità sono diverse. Anche se la laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della Formazione Primaria è il titolo di studio di riferimento per chi vuole insegnare alla scuola primaria, si può fare qualche esperienza di insegnamento alle elementari anche con altri titoli di studio.
Chi vuole diventare insegnante alle elementari e ha un titolo di primo livello in Scienze dell’Educazione e della Formazione oppure un titolo magistrale in Scienze Pedagogiche, ad esempio, può insegnare con la messa a disposizione, ed eventualmente proseguire parallelamente gli studi per conseguire il titolo abilitante all’insegnamento.
Il lavoro di insegnante di scuola primaria prevede 24 ore di insegnamento settimanale, suddiviso in 22 ore in aula e 2 ore di programmazione. L’impegno orario ridotto consente di affiancare al lavoro a scuola un’attività formativa. Chi vuole acquisire nuove competenze può decidere di iscriversi a un corso universitario, di primo o di secondo livello. In una situazione del genere l’offerta delle università telematiche si rivela ottima: potendo seguire le lezioni senza vincoli di orario, si possono conciliare con facilità lavoro e studio.