Cosa fare dopo la laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche
Chi si sta approcciando agli studi in ambito psicologico probabilmente si chiede cosa può fare un dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche. Questo titolo viene rilasciato a chi conclude il percorso triennale e rappresenta il primo passo da compiere per poter diventare psicologo.
Ma la professione di psicologo non è l’unica possibile per chi ha scelto questo corso di laurea: Scienze e Tecniche Psicologiche ha sbocchi in tanti diversi ambiti lavorativi. In questa guida abbiamo raccolto quelli principali.
Cosa si può fare con la laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche
Il corso in Scienze e Tecniche Psicologiche appartiene alla classe di laurea L-24. Si tratta di un corso di primo livello di durata triennale e, per ottenere il titolo di dottore, è necessario conseguire 180 CFU.
Il piano di studi include vari insegnamenti, di natura sia teorica sia tecnica, che permettono di ottenere un ottimo livello di conoscenza del funzionamento del cervello e dei comportamenti umani. Il focus del corso di laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche è anche verso il mondo della formazione e del lavoro. Ciò fa sì che i laureati in questo corso possano trovare facilmente occupazione all’interno di aziende o come consulenti autonomi.
La laurea triennale in Psicologia permette di occuparsi della promozione del benessere di individui, gruppi e comunità, di programmare e valutare interventi educativi efficaci e di potenziare le risorse possedute da singoli e gruppi e da poter spendere in un contesto sociale.
Dopo aver concluso il percorso di studi triennale si può decidere di proseguire gli studi, iscrivendosi a un corso di laurea magistrale o a un master o affacciarsi nel mondo del lavoro. Secondo le rilevazioni di Almalaurea oltre l’85% dei laureati triennali sceglie di proseguire con il titolo di secondo livello.
La laurea magistrale offre un ampio ventaglio di possibilità: una volta ottenuto il titolo di secondo livello si può decidere di iscriversi a una scuola di dottorato e iniziare a lavorare nell’ambito della ricerca accademica, oppure ci si può iscrivere alla Scuola di specializzazione in Psicoterapia e seguire il corso di durata quadriennale che consente di lavorare come psicoterapeuta.
Chi vuole interrompere gli studi dopo la laurea triennale può cercare un’occupazione e approfittarne per iscriversi alla sezione B dell’albo degli psicologi. Per farlo, è necessario concludere un tirocinio post-laurea della durata di 500 ore e presentare domanda, seguendo le indicazioni fornite dall’albo della propria regione.
Grazie a questa iscrizione è possibile eseguire una serie di compiti, alcuni in autonomia e altri sotto la supervisione di un laureato magistrale iscritto alla sezione A. A seguito della riforma introdotta con la Legge n. 163/2021, la laurea magistrale in Psicologia è considerata un titolo abilitante e, chi ha concluso il tirocinio e la prova pratico- valutativa, può iscriversi all’albo senza dover più sostenere l’esame di Stato.
È anche possibile studiare e lavorare contemporaneamente, grazie alla flessibilità garantita dalle università telematiche. Chi vuole proseguire gli studi, ad esempio, può iscriversi alla magistrale in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni (classe LM- 51) e nel frattempo lavorare in enti del terzo settore, associazioni, istituzioni pubbliche o aziende private.
Sbocchi lavorativi della laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche
Parlando delle opportunità di carriera dei laureati in Scienze e Tecniche Psicologiche, bisogna specificare che queste sono diverse a seconda che sia stata fatta o meno l’iscrizione alla sezione B dell’albo degli psicologi.
Chi risulta iscritto all’albo può infatti ricoprire la figura di dottore in tecniche psicologiche e fornire servizi alla persona e alla comunità in un contesto pubblico o privato.
Un settore che offre interessanti prospettive di carriera per chi ha la laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche è quello dell’assistenza a chi si trova in una condizione di svantaggio. I dottori con titolo di primo livello possono lavorare, ad esempio, all’interno di comunità di recupero, di centri di accoglienza, di comunità per il disagio minorile, di istituzioni che si occupano di adozione nazionale o internazionale e così via.
La laurea triennale consente anche di lavorare in ambito sanitario, all’interno di strutture pubbliche e private. In contesti di questo tipo gli psicologi possono supportare altre figure professionali e svolgere varie attività, anche sotto la supervisione e il coordinamento di un laureato magistrale.
Chi invece non ha fatto l’iscrizione all’albo può comunque trovare lavoro in diversi ambiti. Uno dei contesti in cui è più facile trovare un’occupazione è quello delle risorse umane. Con la laurea triennale della classe L-34 si può diventare responsabili delle risorse umane in azienda, occuparsi della selezione del personale oppure specializzarsi nella gestione delle carriere.
L’orientamento professionale è un altro campo in cui ci si può muovere con successo. I laureati di primo livello possono supportare studenti, neolaureati e chi ha già un’occupazione per aiutarli a mettere a fuoco le proprie competenze e aspirazioni e per facilitare l’individuazione del percorso migliore.
Si può fare un lavoro simile a quello visto nel caso dell’orientamento professionale anche in ambito sportivo. Gli atleti dilettanti o professionisti possono rivolgersi ai dottori triennali in Scienze e Tecniche Psicologiche per pianificare il proprio lavoro e per migliorare l’efficacia delle proprie azioni.
La laurea triennale è indicata anche per chi vuole lavorare in ambito formativo. Anche se non si può partecipare ai concorsi per diventare insegnante di scuola secondaria (per l’accesso al concorso è infatti richiesta la laurea magistrale), si può comunque collaborare con enti di formazione e con scuole private. In particolare, la figura dello psicologo può rivelarsi preziosa per supportare bambini, adolescenti e famiglie in presenza di disturbi del comportamento o dell’apprendimento.